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Jobs act e lavoro al centro dell'ultimo convegno dei mollifici italiani

Jobs act e lavoro al centro dell'ultimo convegno dei mollifici italiani

Villa Baiana a Monticelli Brusati (BS), tra le colline della Franciacorta, è stata lo scenario dell'ultimo convegno dell'ANCCEM, l'associazione dei mollifici italiani, incentrato sul tema lavoro e Jobs Act.   L'evento, che si è svolto il 6 novembre 2015, ha avuto come principali relatori il dott. Stefano Franchi, Direttore Generale Federmeccanica, ed il dott. Carlo Frighetto, responsabile del servizio sindacale e previdenziale di Confindustria Vicenza.
Il convegno si è aperto con una relazione del presidente di ANCCEM Angelo Cortesi, che ha parlato del lavoro nei termini di “esperienza fondamentale per la persona umana”; un'esperienza umana che ha sofferto molto, negli ultimi anni, dell'evoluzione degradante del nostro sistema sociale, con la finanziarizzazione dell'economia ed il pervadere del principio neoliberista.
Il dott. Frighetto ha poi affrontato una relazione intitolata "Jobs act, verso un nuovo diritto del lavoro?", spiegando in modo sintetico ed efficace le principali novità introdotte dalla riforma del lavoro, dai primi decreti attuativi di marzo 2015 sulle nuove misure di sostegno alla disoccupazione e l'introduzione del sistema delle tutele crescenti, fino agli ultimi decreti legislativi di settembre, con la razionalizzazione delle norme sull'attività ispettiva e le novità in tema ammortizzatori, per riportare alcuni punti.   "Relazioni interne e rinnovamento contrattuale" sono stati gli argomenti trattati dal dott. Stefano Franchi di Federmeccanica. Il prossimo 31 dicembre scade il vigente contratto collettivo nazionale di lavoro dell'industria metalmeccanica e dell'installazione di impianti, ed è partito ufficialmente il confronto sul rinnovo. Anzi no, sul rinnovamento, perché questa è, secondo Franchi, la parola giusta da usare, in un mondo che sta evolvendo molto rapidamente e in cui i vecchi paradigmi della contrattazione stentano a restare al passo. Il direttore generale della Federazione Sindacale dell'Industria Metalmeccanica Italiana cita un dato: il CLUP manifatturiero – ossia il costo del lavoro per unità di prodotto - è cresciuto da noi del 34,7% dal 2000 ad oggi; in Francia solo del 2,3%; in Germania e Regno Unito è sceso rispettivamente dello 0,2% e 5,5%. Ciò ci pone in una situazione di svantaggio a livello industriale che deve essere recuperata. Tra le soluzioni proposte c'è quella di legare maggiormente la retribuzione individuale all'oggettiva redditività e produttività della singola impresa (oggi solo il 3,5% della rimunerazione è connesso ai risultati); e poi dare maggior peso e autonomia alle relazioni aziendali, con un contratto collettivo di categoria avente un ruolo di garanzia sui livelli minimi, ma che non pregiudichi il dialogo tra lavoratore e azienda. Citando il position paper presentato da Federmeccanica ai sindacati lo scorso 5 novembre, il settore metalmeccanico italiano è il “motore della nostra economia”, che vende all'estero la metà dell'intero export del Paese. Il fatto che in 7 anni questo motore abbia rallentato fino a perdere un terzo della produzione è un fatto temibile e significativo per tutti, imprenditori e lavoratori.
Una parentesi a parte merita un progetto dell'ANCCEM che riguarda la sicurezza sul luogo di lavoro: sono infatti allo studio delle linee guida specifiche per le aziende costruttrici di molle, con lo scopo di fornire una sicurezza adeguata alle produzioni e riferimenti oggettivi e validi per tutti, che verranno poi sottoposti per approvazione all'INAIL. La presentazione della guida sulla sicurezza è prevista per la primavera del 2016.   Il prossimo appuntamento per ANCCEM, che prosegue nel suo programma formativo rivolto ai tecnici dei mollifici, è un corso sul processo di molatura delle molle, previsto per il 26 novembre. Maggiori informazioni a questo link.   ©Riproduzione riservata

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giovedì 12 novembre 2015