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Biden Presidente, cosa cambia per l'industria dell'acciaio e dei metalli?

Biden Presidente, cosa cambia per l'industria dell'acciaio e dei metalli?

Biden Presidente, cosa cambia per l'industria dell'acciaio e dei metalli?

Cosa succederà al mantra America First con la Presidenza Biden? Quali saranno le implicazioni del cambio di Presidenza per l'industria siderurgica e metallurgica? Domande alle quali cercheremo di dare alcune risposte, citando fonti recenti sull'argomento.

In un interessante articolo dell'Economic Times, gli autori hanno analizzato circa due dozzine di settori industriali americani e le prospettive connesse a ciascuno di essi, dopo il cambio di timoniere negli Stati Uniti d'America.
"I metalli industriali come il rame beneficerebbero di stimoli e spese per le infrastrutture". Secondo Goldman Sachs, citato nel testo, "la spesa globale per le infrastrutture verdi alimenterà la domanda di metalli nei prossimi anni". Durante la campagna elettorale, Biden ha infatti ribadito la volontà di lanciare importanti investimenti infrastrutturali all'interno del Paese. La banca d'investimento francese Natixis ha affermato in un articolo di Platts che "il piano Biden è ad alta intensità di metallo e si concentra sulle infrastrutture e sulle energie rinnovabili"; alcune proposte del nuovo President-elect, come investimenti sostanziali nello sviluppo delle ferrovie statunitensi, (la cosiddetta "Seconda Grande Rivoluzione Ferroviaria"), sarebbero "una vera manna per acciaio e rame".
Molti commentatori sostengono che i dazi e le politiche commerciali di Trump sull'acciaio e l'alluminio saranno preservati, almeno nel breve termine. "I produttori e i consumatori si sono adeguati al dazio del 25% sulle importazioni di acciaio e al dazio del 10% sull'alluminio, e rimuoverli potrebbe alienare gli abitanti del Midwest che hanno aiutato ad eleggere Biden. È più probabile che Biden mantenga i dazi ed instauri negoziati commerciali multilaterali con i principali alleati - UE, Giappone, Canada - per opporsi alle aziende cinesi sovvenzionate dallo Stato che producono più della metà dell'acciaio e dell'alluminio del mondo", ha dichiarato il giornalista di Bloomberg Joe Deaux. 
Vale la pena ricordare, tuttavia, che le scelte presidenziali potrebbero essere diverse nel lungo termine. Interrogato sulla questione dal noto sindacato United Steelworkers mesi fa, Biden aveva risposto che "le azioni dell'amministrazione Trump sull'acciaio e l'alluminio hanno portato un certo sollievo a breve termine, ma non hanno fatto nulla per superare le sfide a lungo termine che questi settori devono affrontare. Riesaminerò i dazi esistenti,” ha detto Biden, citando le misure afferenti alla Section 232.
Il mantenimento dei dazi sarebbe sicuramente la scelta più auspicabile per l'American Iron and Steel Institute. In un recente video Kevin Dempsey, Presidente ad interim e CEO, ha riaffermato l'importanza di mantenere i dazi sull'acciaio in vigore negli USA, alla luce dell'annoso problema della sovracapacità globale.
La partita è aperta e le scelte di Biden sui metalli avranno sicuramente un impatto anche sulle nazioni vicine, come il Canada e il Messico, e su quelle più lontane come la Cina e l'Unione Europea, anch'esse colpite dalla scure del protezionismo.

Foto di Gage Skidmore, Flickr

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lunedì 23 novembre 2020
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