Expometals.netExpometals.net

Notizie generali sull'industria dei metalli

Dai ferrosi ai non ferrosi, tutte le novità internazionali dal settore

Fiera onlineNotizie
Covid-19 e industria globale

Covid-19 e industria globale

Covid-19 e industria globale

Un’istantanea dell’andamento attuale

Conclusa la stagione estiva, l’Italia si trova ad affrontare una possibile nuova ondata di Covid-19, che intende contrastare senza abbassare la guardia, prorogando e in qualche caso rafforzando le misure tese a contenere la diffusione del virus.

Come riportato dalla WHO, in totale nel mondo sono stati registrati 25.541.380 casi confermati di Covid-19, di cui 852.000 morti.

Ad oggi il Bel Paese risulta ancora tra le nazioni con il bilancio più pesante dall’inizio della pandemia, con un totale di 35.483 morti. Al momento però, c’è chi se la passa decisamente peggio. Nell’ultima settimana i Paesi mondiali con il maggior numero di vittime sono stati India, Stati Uniti, Brasile e Messico, ciascuno con oltre 3000 morti in 7 giorni — in Italia le vittime del coronavirus sono state nello stesso periodo di riferimento 42.
La situazione in Europa è ancora piuttosto pesante in Spagna (con un totale di 29.011 morti, di cui 97 nell’ultima settimana), e in Francia, dove si registrano in tutto 30.494 morti con 99 nuovi decessi negli ultimi 7 giorni, tanto che il presidente Macron non ha escluso la possibilità di un nuovo lockdown. Nel Regno Unito le morti hanno superato le 41mila unità, con 68 casi mortali nella scorsa settimana. Migliore la situazione in Germania con 9.302 morti ad oggi (25 negli ultimi 7 giorni). La Russia, che ad oggi ha totalizzato solo (si può dire solo?) più di 17mila casi, nell’ultima settimana ha visto morire 731 connazionali.
Per dare uno sguardo al di fuori del continente europeo, nel Sudest Asiatico nell’ultima settimana sono scomparse a causa del Covid-19 più di 7800 persone, 100 in Giappone, più di 1400 in tutta l’Africa.

Dati aggiornati al 2 settembre 2020

Le prospettive per i settori industriali ed il mondo del business risultano ancora profondamente incerte. Le misure di contenimento si sono rivelate cruciali per limitare la diffusione del coronavirus, ma allo stesso tempo hanno danneggiato pesantemente l’economia mondiale, mettendo molte aziende in una situazione di grande precarietà, con il rischio di chiusura o fallimento. Uno studio dell’International Monetary Fund calcola che l’impatto delle restrizioni equivale in media per lo Stato che le applica ad una perdita di circa il 15% della produzione industriale nell'arco dei 30 giorni successivi all’implementazione (il dato è emerso dal confronto tra le emissioni di NO2, sostanza rilasciata dalla combustione del carburante, e gli indici di produzione industriale di 38 nazioni diverse nel periodo tra gennaio 2019 e aprile 2020).

In Europa si intravede qualche segnale di ripresa, che apre spazi di rinnovata fiducia. Stando a quanto riportato da una recente pubblicazione di Eurostat, la produzione industriale dopo il tonfo di inizio 2020 è aumentata dell’11,4% mensile a maggio e del 9,1% a giugno negli Stati membri dell’UE o afferenti all’Eurozona.

Il dato trova riscontro positivo nelle considerazioni riportate di recente dagli analisti dalla CRU, che evidenziano la natura particolare di questa crisi che non è finanziaria, come molte in precedenza, ma ha la sua origine in una pandemia.
È noto che l’emergenza Covid abbia colpito prevalentemente il settore dei servizi (ad esclusione del web) e dei beni di consumo, i settori più penalizzati dalle restrizioni e dal social distancing, e abbia avuto un minore impatto sulla manifattura e il settore delle costruzioni. Un discorso a parte merita l’Automotive, che già risentiva di condizioni non proprio favorevoli nel 2019 ed ha assistito ad un ulteriore indebolimento nella domanda, in particolar modo dei veicoli ad uso personale.

Guardando all’Italia, oggi i dati sembrano timidamente incoraggianti: come riportato dall’ISTAT, a giugno la crescita congiunturale per fatturato si attesta a +13,4% e gli ordinativi a +23,4%, pure al netto di un dato trimestrale comunque negativo. Rimane preoccupante il tasso di disoccupazione, schizzato al 9,7%.

Al di là del drammatico conteggio delle vittime e del severo contraccolpo economico, la crisi Covid-19 ha paradossalmente introdotto anche profondi cambiamenti, soprattutto in termini di rivoluzione digitale, diventando un volano di accelerazione capace di realizzare in pochi mesi mutamenti che avrebbero richiesto tempi molto più lunghi. Basti pensare all’implementazione di forme di Industria 4.0 per il controllo remoto e la manutenzione di macchinari e impianti, alla diffusione su larga scala di forme di lavoro flessibili come lo smart working e all'attivazione di politiche green da parte delle aziende. Tra i tanti elementi di preoccupazione ed ansia che l'emergenza Covid ha portato con sé, possiamo scorgere qua e là sprazzi di futuro. In attesa di conoscere quello che ci riserverà il domani, e con la speranza di avere a disposizione un vaccino al più presto su scala globale, l’industria si rimbocca le maniche, con rinnovato impegno e trepidazione.

undefined
mercoledì 2 settembre 2020
Copyright (c) 2001 - 2024 - EXPOMETALS SRL - P.I. 04109670135 - REA 420496 - Share capital €10.000,00