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Dai rottami risorge l'industria mineraria del Belgio

Dai rottami risorge l'industria mineraria del Belgio

Dai rottami risorge l'industria mineraria del Belgio

Una volta, l’industria mineraria era uno dei motori principali del Belgio, tanto che nel decennio compreso tra il 1946 e il 1956 il paese accoglieva migliaia di minatori da tutto il mondo (di cui decine di migliaia italiani) partiti alla ricerca di fortuna. Oggi, quegli anni sembrano quanto mai lontani: la chiusura dell’impianto di ArcelorMittal a Liegi avvenuta tra il 2011 e il 2014 ha certificato il declino di un settore storicamente fondamentale per la regione. 

Le uniche acciaierie rimaste in Vallonia possiedono un valore più sentimentale che industriale, eppure, dalle ceneri dei vecchi impianti è pronta a rifiorire un’industria mineraria 2.0. Un'incredibile nuova materia prima giace proprio lì, tra una moltitudine di scarti e carcasse, e non vede l'ora di dare vita a nuove fabbriche. È proprio in questo contesto, infatti, che nasce Reverse Metallurgy nel 2014. Il progetto, come spiega Jacques Pèlerin, direttore di Reverse Metallurgy ed ex CEO di ArcelorMittal Liegi, si concentra proprio sulla creazione di una nuova industria metallurgica che ruota intorno all'estrazione di materie prime dai rottami metallici. Sostenibilità ed economia circolare sono sempre stati due aspetti fondamentali in questo campo, tanto che il progetto ha attirato l'attenzione di alcuni grandi nomi, come Comet, Hydrometal o Marichal Ketin. Anche il centro di ricerca sulla metallurgia dell'Università di Liegi gioca un ruolo significativo. In particolare, Reverse Metallurgy mira a differenziare i rifiuti attraverso robot, forni ad arco al plasma, fonderie e processi idrometallurgici.

I piani di sviluppo prevedono un totale di 328 milioni di euro investiti in una moltitudine di progetti diversi nei prossimi 10 anni. Fra i più interessanti, un impianto che mira a riutilizzare le batterie per lo stoccaggio di energia elettrica nelle fabbriche. Ci si aspetta che questa enorme campagna possa generare un fatturato di 272 milioni di euro all'anno e 1200 nuovi posti di lavoro.

Fonte: L'Echo, "De la ferraille à la reconquête industrielle de la Wallonie", 13 marzo 2021
Crediti: freeimages.com/John Nyberg.

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lunedì 22 marzo 2021
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