Le sanzioni contro la Russia che colpiscono acciaio e metalli

Una delle modalità con le quali i Paesi occidentali intendono colpire la Russia è quella di imporre sanzioni su un settore strategico: l'acciaio e i metalli.

Il 15 marzo scorso l'Unione europea, in coordinamento con partner internazionali come gli Stati Uniti, ha adottato un pacchetto di misure restrittive (il quarto) volte ad "aumentare la pressione economica sul Cremlino e paralizzare la sua capacità di finanziare l'invasione dell'Ucraina".

Più specificamente, una delle misure è il "divieto di importazione nell'UE di quei prodotti siderurgici attualmente sottoposti a misure di salvaguardia, pari a circa 3,3 miliardi di euro di mancate entrate per la Russia". Per evitare eccessivi contraccolpi all'industria siderurgica europea, l'UE ha previsto di ridistribuire maggiori quote di importazione ad altri Paesi terzi per compensare.


Le imprese siderurgiche russe saranno dunque rimosse dal sistema di salvaguardia che è attualmente applicato alle importazioni di prodotti siderurgici. Il 16 marzo però è stato annunciato che l'UE concederà un periodo di transizione di 3 mesi per gli ordini di acciaio russi e bielorussi; durante questo lasso di tempo, qualsiasi merce comprata in Russia con contratti firmati prima del 16 marzo (o del 2 marzo per la Bielorussia) potrà ancora entrare nell'UE.
Sono diversi i Paesi nel mondo che hanno attuato misure restrittive contro la Russia riguardanti acciaio e metalli. L'Australia, per esempio, ha vietato le esportazioni di minerali di alluminio alla Russia dal 20 marzo. Anche il Regno Unito ha annunciato un'ondata di sanzioni economiche contro il Cremlino, inclusa una tariffa aggiuntiva del 35% sulle importazioni di prodotti siderurgici russi. --  Potresti essere interessato a leggere:
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