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Prezzi delle materie prime, assestamento in vista?

Prezzi delle materie prime, assestamento in vista?

Prezzi delle materie prime, assestamento in vista?

“Le aziende della meccanica, se da un lato stanno vivendo una fase positiva, di espansione degli ordini, dall'altro sono alle prese con grossi problemi di reperibilità delle materie prime, cui si aggiungono i drammatici rialzi nei costi dell'energia.” Riassume così la situazione Pietro Almici (nell'immagine), vicepresidente di ANIMA, la federazione che rappresenta le aziende della meccanica italiana, nel corso di un incontro online che si è svolto il 10 novembre scorso.

Con questo webinar ANIMA Confindustria ha voluto analizzare lo scenario corrente e quello futuro dei mercati delle materie prime più rilevanti per le imprese trasformatrici: dunque energia, plastica, acciaio, metalli non ferrosi.
“Si mantiene un evidente squilibrio tra domanda e offerta,” ha sottolineato il Prof. Achille Fornasini dell'Università degli Studi di Brescia. “La mancanza di materiali, che ha generato grosse difficoltà a numerose catene di fornitura, ha messo in luce tutte le debolezze di queste ultime, a livello globale.” Il difetto di offerta è stato l'esito di un “effetto frusta” originatosi quando, in seguito al pesante calo delle attività causa COVID-19, si è avuto un esplosivo rimbalzo e recupero planetario.
Altre criticità che hanno caratterizzato il 2021 sono stati i disagi legati alla logistica internazionale, che hanno fatto lievitare i costi dei trasporti, e gli aumenti nelle componenti energetiche. Per il 2022 le prospettive sono di un aumento generalizzato del PIL sia a livello mondiale (si parla di un +4,9% totale) che di economie avanzate (+4,5%), come anche per i Paesi emergenti (+5,1%). Con alcune incognite: in primis ci sono gli eventi naturali; le condizioni climatiche in molti Paesi si stanno deteriorando e questo potrà avere ripercussioni anche sulla continuità delle forniture; si pensi al minerale di ferro proveniente dall'Australia, divenuto ormai Paese a rischio per ciò che riguarda l'eventualità di calamità naturali. Altre fonti di incertezza sono legate alla situazione geopolitica: le relazioni tra USA e Cina, e tra quest'ultima e l'UE, le tensioni in Medio Oriente, la spinta alla deglobalizzazione, le decisioni della Federal Reserve americana, sono tutti punti interrogativi da considerare quando guardiamo a cosa ci aspetta l'anno venturo.


Una buona notizia è di pochi giorni fa e proviene dalla Russia: Gazprom ha riaperto i rubinetti, tornando a riempire i siti di stoccaggio in Europa; i prezzi del gas hanno cominciato a scendere, lasciando ben sperare per l'immediato futuro.
Restando su considerazioni generali, per la maggior parte delle materie prime ci sono stati aumenti straordinari nel 2021, partendo dai combustibili fossili – petrolio e carbone – fino al gas naturale, l'energia elettrica, i materiali plastici, i metalli non ferrosi e i prodotti siderurgici. Per alcuni gli aumenti sono stati mostruosi, a 3 cifre, per altri più contenuti. In tutti questi casi, negli ultimi mesi si è andati verso una correzione al ribasso, che fa pensare ad un graduale assestamento. Con alcune annotazioni da fare: l'alluminio, cresciuto del +55,3% da inizio dell'anno, è sceso negli ultimi tempi del –14,4%; ma la tendenza in questo caso si ipotizza essere al rialzo, per il ruolo del metallo nella transizione verde. Altro caso: il rame, salito al +34%, poi sceso del -13%, poi risalito del +12,7% negli ultimi mesi, resterà probabilmente su livelli alti. I prezzi dei non ferrosi potrebbero quindi non beneficiare della spinta verso la normalizzazione che sembra caratterizzare altre materie prime, anche alla luce del fatto che gli stock sono ovunque in netta contrazione.

Parlando di acciaio: coils e lamiere hanno vissuto anch'essi un'escalation nei prezzi partita a gennaio 2021 e culminata nel periodo estivo con segni più dal +78% al +108%; da settembre ad ora le curve sono un po' scese, registrando tra un -10,6% e un -18%. Il rottame ferroso sta seguendo in Italia un andamento simile, mentre i prezzi dei prodotti lunghi nazionali (parliamo di tondo per cemento armato, laminati mercantili, vergella da trafila e da rete, travi) hanno raggiunto il culmine ad agosto, con percentuali di crescita tra il +40,7% e il +68,6%, sono scesi ad ottobre, chi più (-9,5%) e chi meno (-2,5%) e poi hanno ricominciato, seppur di poco, a salire. “Mi aspetto anche qui una fase di assestamento,” ha commentato i dati il Prof. Fornasini.



Presente al webinar anche Alberto Xodo del London Metal Exchange, che ha posto l'accento su come l'elettrificazione – parliamo di veicoli elettrici, reti intelligenti ed energie rinnovabili – supporterà l'implemento di metalli non ferrosi. Sull'altro versante, quello dell'acciaio, il crescente interesse verso il “green steel” e quindi verso una produzione verde e il più possibile ecosostenibile dell'acciaio, potrebbe secondo Xodo portare ad un aumento dei costi anche in questo settore.

Per sintetizzare, da un lato c'è la ripresa, dall'altro la carestia, perché in alcuni casi si è portati ad utilizzare questo termine, quando si pensa alla penuria dei microchip, per esempio. Come e quando questo risveglio economico e l'insufficienza di commodity troveranno un punto di incontro lo vedremo nei mesi a venire.
Intanto ANIMA prosegue con i suoi eventi live e online: il calendario è disponibile a questo link.

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venerdì 12 novembre 2021
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