Tungsteno e cobalto: perché sono l’ago della bilancia nel mercato del metallo duro

Nel contesto di forte tensione che caratterizza oggi la filiera del metallo duro, i produttori di utensili e componenti ad alte prestazioni devono affrontare una sfida cruciale: la difficoltà di approvvigionarsi di due materie prime essenziali, il tungsteno e il cobalto. Questi materiali, fondamentali per le prestazioni e la durata dei prodotti, sono soggetti a marcate oscillazioni di prezzo e disponibilità, determinate in larga parte dal contesto geopolitico internazionale.
Gli esperti Comtech offrono in questo articolo un’analisi aggiornata del mercato di tungsteno e cobalto e delle ripercussioni che le sue dinamiche hanno sulle piccole e medie imprese italiane ed europee.
Il mercato globale di tungsteno e cobalto
Attualmente, la Cina detiene la leadership mondiale nella produzione di tungsteno, con una quota superiore all’80% del totale. La carenza di materia prima avvertita in Occidente deriva principalmente dal recente irrigidimento delle politiche di esportazione e dall’aumento dei dazi imposti da Pechino.
Le conseguenze sono immediate: rialzo dei prezzi lungo l’intera catena di fornitura (concentrati, APT, polveri), minori quote minerarie disponibili, controlli più stringenti e accumuli strategici da parte dei produttori. Tutto ciò riduce i margini di profitto nella produzione di leghe a base di cobalto e spinge molte aziende a orientarsi verso articoli meno dipendenti dal triossido di tungsteno (WO₃).
Pur rappresentando una nicchia rispetto a metalli come rame e acciaio, il tungsteno riveste un ruolo strategico in settori chiave quali aerospazio, difesa, elettronica e utensileria, dove resistenza e prestazioni sono fattori determinanti.
L’impatto sulle PMI italiane ed europee
Per le piccole e medie imprese, la gestione del capitale circolante è resa complessa dalla imprevedibilità delle forniture e dalle restrizioni imposte a monte. Il continuo rincaro delle materie prime erode i margini e genera aumenti a catena lungo la filiera, compromettendo la competitività delle aziende europee sui mercati internazionali.
Infine, la concentrazione della produzione di tungsteno in un’unica area geografica ne accresce la valenza geopolitica: il controllo di questa risorsa strategica diventa infatti uno strumento di influenza economica globale, capace di orientare l’intero equilibrio del mercato del metallo duro.
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