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Ex Ilva, il rientro dello Stato nella siderurgia italiana

Ex Ilva, il rientro dello Stato nella siderurgia italiana

Ex Ilva, il rientro dello Stato nella siderurgia italiana

È stato siglato in data 10 dicembre 2020 il nuovo accordo ArcelorMittal-Invitalia che consente alla società controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze di tornare a piene mani nella gestione dell’ex Ilva di Taranto dopo un intervallo di 25 anni.

L'accordo, che segna il rientro dello Stato nella siderurgia italiana, prevede "un articolato piano di investimenti ambientali e industriali". L’obiettivo fissato per il 2025 è la produzione di ben 8 milioni di tonnellate di acciaio annue. Questo traguardo potrà essere raggiunto grazie alla riaccensione dell’Altoforno 5 (fermo dal 2015, che da solo coprirà oltre il 60% della produzione), all’utilizzo dell’Altoforno 4 e al debutto di un nuovo forno ad arco elettrico, in linea con il processo di progressiva decarbonizzazione dello stabilimento. L’attivazione del nuovo forno, che sarà dedicato alla produzione di acciai a basso carbonio fino a 2,5 milioni di tonnellate, costituisce una novità assoluta per l'impiantistica dell’ex Ilva.

Il passaggio di controllo sarà articolato in due fasi distinte: in un primo step è programmato un aumento di capitale di AmInvest Co. Italy Spa - controllata da ArcelorMittal - per 400 milioni di euro, il che attribuirà a Invitalia il controllo congiunto sulla società. Tale investimento, s’intende, è subordinato all’autorizzazione antitrust dell’Unione Europea. A maggio 2022, Invitalia diventerà poi azionista di maggioranza con un secondo aumento del capitale fino 680 milioni e l’acquisizione del 60% delle quote. ArcelorMittal investirà fino a 70 milioni di euro, così da mantenere una quota di partecipazione del 40%.

L'accordo mette così fine a mesi di trattative tra il governo di Roma e il gigante dell'acciaio che ha preso il controllo dell’ex Ilva nel 2018.

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venerdì 11 dicembre 2020