La Germania interviene sui prezzi dell'elettricità: è concorrenza sleale?

Le bollette dell'elettricità hanno un peso non indifferente nella gestione di un'impresa; affermazione particolarmente veritiera per le industrie ad alta intensità energetica, come molte di quelle che operano nel settore della lavorazione dei metalli.
Per questo motivo, una recente notizia proveniente dalla Germania è degna di nota non solo per le aziende che vi hanno sede, ma anche per le imprese straniere, a causa dei potenziali vantaggi competitivi che la misura di cui stiamo per parlare può offrire alle aziende tedesche, a scapito delle concorrenti di Paesi vicini.
Non a caso il Presidente di Federacciai e Duferco Antonio Gozzi ha definito l’iniziativa un “attacco diretto al paradigma del mercato unico europeo, che cambierà per sempre la competitività relativa tra le manifatture dei diversi Paesi, danneggiando enormemente l'industria italiana".
Ma cosa è successo esattamente? Entriamo nel dettaglio, un passo alla volta.
La Germania annuncia sgravi sui prezzi dell'elettricità per le aziende manifatturiere
Il 9 novembre 2023 il governo tedesco, sotto la guida del Cancelliere Olaf Scholz, ha annunciato ulteriori misure di sgravio per le aziende, in particolare quelle coinvolte in produzioni ad alta intensità energetica, per i prossimi cinque anni. L'obiettivo è quello di ridurre l'imposta sull'elettricità per il 2024 e 2025, con la possibilità di estendere la misura di altri tre anni se si riuscirà a garantire i finanziamenti per il periodo 2026-2028. Questa mossa mira ad alleggerire in modo significativo l'onere sui settori manifatturiero e industriale in un momento in cui l'industria tedesca sta soffrendo molto. Solo per il prossimo anno si prevede un risparmio, per le aziende tedesche, di fino a 12 miliardi di euro.
Il pacchetto di sgravi sui prezzi dell'elettricità è composto da diverse parti. Oltre alla stabilizzazione precedentemente annunciata delle tariffe della rete di trasmissione per la prima metà del 2024, le imposte sull'elettricità per tutte le aziende del settore manifatturiero saranno massicciamente ridotte al livello minimo consentito dall'Unione Europea, passando dagli attuali 15,37 euro/MWh a 0,50 euro/MWh. Ulteriori riduzioni sono previste per circa 350 aziende che devono affrontare una particolare esposizione alla concorrenza internazionale.
Chiaramente questi sgravi hanno lo scopo di aiutare soprattutto i grandi consumatori di energia, come le fonderie, i produttori del vetro e l'industria chimica, a rimanere competitivi a livello internazionale.
L'iniziativa è stata preceduta da una disputa durata mesi tra i partiti di governo. L'industria tedesca aveva da tempo espresso preoccupazione per i prezzi elevati dell'elettricità. In diverse occasioni pubbliche, Siegfried Russwurm, capo della Federazione dell'Industria Tedesca (BDI), ha dichiarato pubblicamente che i prezzi dell'energia in Germania sono così alti "che anche le medie imprese di vari settori, legate alla propria sede aziendale, stanno pensando di trasferirsi all'estero".
Il costo dell'elettricità per le aziende UE
Secondo Eurostat, nel primo semestre del 2023 il costo dell'elettricità per i consumatori non domestici ha raggiunto il livello più alto d’Europa in Italia a €0,2525 per kWh e a Cipro a €0,2471 per kWh. In confronto, la media dell'UE è stata di €0,1833 per kWh, con la Germania che ha registrato €0,1904 per kWh nello stesso periodo.
La risposta alle misure energetiche tedesche
Le reazioni da parte del pubblico e delle aziende tedesche alle misure energetiche annunciate dal governo sono state variegate. Mentre alcuni ne riconoscono gli aspetti positivi, molti considerano il pacchetto complessivo come un compromesso non ottimale.
Settori ad alta intensità energetica, come l'industria siderurgica e automobilistica, condividono le stesse preoccupazioni espresse dalla CEO della Federazione dell'Acciaio tedesca; secondo Kerstin Maria Rippel, la mossa va nella direzione giusta, ma l'accordo non raggiunge l'obiettivo dichiarato di fornire un sollievo sostanziale alle aziende ad alta intensità energetica nel contesto della feroce competizione internazionale.
Al contrario, all’estero il provvedimento è stato preso molto serio; e, come già detto in apertura, alcuni rappresentanti di aziende europee ad alta intensità energetica hanno espresso dure critiche - anche perché il tutto arriva in un momento in cui anche la Francia si è mossa per conto proprio su questo fronte, firmando un accordo con EDF, principale azienda energetica del Paese, su un prezzo medio di vendita dell'energia nucleare di 70 euro/MWh.
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