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Ilva, ecco le motivazioni: "Sequestro senza facoltà d'uso, decidono i custodi"

Ilva, ecco le motivazioni: "Sequestro senza facoltà d'uso, decidono i custodi"

Sui reati: "Interrompere attività inquinanti e risanare”.
Depositate le motivazioni del Riesame: all’Ilva secondo i giudici l’obiettivo è il raggiungimento, il più celermente possibile, del risanamento ambientale e l’interruzione delle attviità inquinanti. Il ministro Clini: "Stop agli impianti solo se è funzionale al risanamento"   Taranto - Sono state depositate le motivazioni del Tribunale del Riesame in merito al ricorso presentato dall’Ilva contro l’ordinanza del gip Patrizia Todisco del 25 luglio scorso che prevedeva il sequestrato di alcune aree. Le motivazioni saranno notificate nel giro di qualche ora alle parti.
  COSA DICONO LE MOTIVAZIONI - Il Tribunale del Risesame “ritiene che le modalità esecutive del sequestro, in concreto, non possano che essere individuate dagli stessi custodi-amministratori sulla base delle migliori tecnologie disponibili e attuate sotto la supervisione del pm procedente quale organo dell’esecuzione all’esclusivo fine dell’eliminazione della situazione di pericolo”. E’ quanto si legge nelle motivazioni del tribunale del Riesame sul ricorso dell’Ilva contro le decisioni del gip del 25 luglio scorso che disponevano il sequestro di alcuni impianti dello stabilimento siderurgico tarantino. Le motivazioni sono state depositate stamani.

All’Ilva secondo i giudici del Riesame l’obiettivo da raggiungere deve essere quello “di evitare che la libera disponibilità del bene sottoposto a sequestro possa aggravare e protrarre le conseguenze di reati”. “Nel caso in specie - proseguono i magistrati del Riesame - l’obiettivo da perseguire è uno e uno solo ovvero il raggiungimento, il più celermente possibile il risanamento ambientale e l’interruzione delle attviità inquinanti. Sono due quindi- secondo il Riesame - i principi che vanno riaffermati: quello di ricondurre il provvedimento di sequestro alla sua specifica finalita’ tesa alla cessazione dell’attivita’ criminosa in corso, l’altro quello di recuperare l’autonomia decisionale dei custodi-amministratori”.
Per i magistrati dunque “le concrete modalità operative dovranno essere decise dai custodi sulla base delle migliori tecnologie disponibili e attuate sotto la supervisione dell’ufficio del pubblico ministero al fine di consentire, peraltro, un proficuo controllo delle autorità giudiziarie su emissioni inquinanti ancora in atto e sulla concreta efficacia degli interventi volti a neutralizzarle. Va comunque immediatamente adottato da parte dei custodi unitamente a un programma che indichi i tempi e le modalita’ del risanamento un sistema di monitoraggio in continuo delle medesime”.   L'ILVA VUOLE CONTINUARE A PRODURRE - La conoscenza delle motivazioni era ritenuta fondamentale dall’Ilva, ma anche dalle istituzioni e dai sindacati, per capire se all’azienda è concessa la prosecuzione dell’attività produttiva. Obiettivo dell’Ilva è quello di continuare a produrre anche durante il risanamento e la messa a norma degli impianti. Il gip Todisco all’indomani del dispositivo del Riesame aveva precisato che la facoltà d’uso produttiva non era contemplata. L’Ilva sostiene che gli impianti, per la loro tipologia e complessità tecnica, vanno tenuti in produzioni e che la fermata li comprometterebbe.   IL MINISTRO CLINI - "Da quello che ho letto", ha spiegato Clini, il riesame conferma "l'approccio che anche noi abbiamo sempre suggerito: la fermata degli impianti e' in funzione degli interventi di risanamento". Parlando all'uscita del ministero dell'Ambiente, dove questa mattina si e' tenuta una riunione tecnica sulle procedure per l'Aia (Autorizzazione integrale ambientale) relativa allo stabilimento siderurgico, Clini ha sostenuto che "se ci sono degli interventi tecnologici che richiedono la fermata degli impianti, questi si devono fermare. Se invece ci sono interventi che non la richiedono non e' necessario fermarli".

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domenica 19 agosto 2012