Inox: secondo trimestre doloroso per produttori e centri servizio.
Osservatorio materie prime
T-Commodity Weekly Digest
Edizione n. 15 – 27 giugno 2011
Inox: secondo trimestre doloroso per produttori e centri servizio.
Si preannuncia un secondo trimestre particolarmente negativo per i produttori di acciaio inox. Il forte calo del prezzo del nichel, che dal massimo del 21 febbraio a 29.425 USD/t ha assistito a un calo del 20%, rischia di pregiudicare una fase dell’anno, quella appunto compresa tra il quarto e il quarto e il sesto mese dell’anno, tradizionalmente caratterizzata da una buona profittabilità (vedi grafico in dettagli).
A quanto apprendiamo dai più importanti centri di servizio in Italia (i quali hanno assistito nel mese di maggio a un crollo del fatturato anche del 40%), la flessione del prezzo del nichel ha infatti scoraggiato i buyer industriali dall’effettuare ordini consistenti di materiale. Oltre al fattore vendite a pesare sui produttori e distributori è il fattore magazzino. Tranne alcune eccezioni in cui ci si è protetti dal calo del prezzo del nichel, attuando nel mese di marzo-aprile vendite allo scoperto di nichel, produttori e centri di servizio rischiano di subire nel secondo trimestre una marcata svalutazione del magazzino. A testimonianza delle difficoltà del settore qualche settimana fa Acerinox, primo produttore mondiale, ha annunciato di tagliare la produzione, portandola dal 70% al 65% e di ridurre il personale nello stabilimento di Gibilterra. Al restringimento della marginalità fa da contraltare l’elevato livello di produzione. Stando a Marcus Moll, di SMR Steel & Metals, la produzione mondiale di acciaio inox crescerà quest’anno tra il 7% e il 10% dai 34 milioni di tonnellate dello scorso anno, vicino ai livelli pre-crisi. In Europa l’output dovrebbe segnare una crescita più contenuta del 3% dai 5 milioni di tonnellate del 2010. Crescita invariata invece in Italia: stando all’istituto di ricerche Centro Inox, la produzione italiana dovrebbe rimanere intorno ai livelli del 2010 a 1,5 milioni di tonnellate. “Dopo un primo trimestre di alte aspettative alte si pensava al possibile superamento nel 2011 dei volumi del 2011 ma poi c’è stato lo stop”, ha evidenziato l’istituto di ricerca.
Il generale aumento della produzione accompagnato da una prevista diminuzione della marginalità riflette la sovraccapacità presente nel settore che potrebbe impiegare ancora qualche anno prima di tornare ai livelli pre-crisi. Una considerazione questa che induce a prefigurare nuovi tagli alla produzione nel terzo trimestre dell’anno. Oltre alla già citata Acerinox, anche Arcelor Mittal sta compiendo i primi passi verso la riorganizzazione del settore, effettuando all’inizio dell’anno lo spinoff della divisione inox, rinominandola Aperam. Il primo produttore siderurgico a livello mondiale ha anche ridotto del 7% la capacità dello stabilimento francese di Isbergues. Allo spin-off della divisione inox starebbe anche pensando il colosso tedesco ThyssenKrupp. Mentre la finlandese Outokumpu due mesi fa ha nominato un nuovo amministratore delegato per fermare la spirale di perdite che nel primo trimestre dell’anno sono state particolarmente forti.
Il settore insomma ha davanti a sé una fase di ristrutturazione che non può più aspettare a causa della forte concorrenza dei fornitori asiatici. Stando a quanto apprendiamo, la scorsa settimana il coils a freddo 304 2mm cfr China è stato offerto a 3250 USD/t in calo di un ulteriore 100 USD/t rispetto a due settimane fa. Le offerte da Taiwan e Corea del Sud si sono attestate tra i 3300 e i 3350 USD/t dai 3350-3400 USD/t di due settimane fa.
Gianclaudio Torlizzi
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