“Materie prime: l’emergenza continua. Prospettive per l’economia lecchese”.
“Materie prime: l’emergenza continua. Prospettive per l’economia lecchese”.
Si è svolto ieri, 4 novembre, il seminario promosso dalla Camera di Commercio di Lecco.
Si è svolto ieri sera, giovedì 4 novembre, presso l’Auditorium della Camera di Commercio di Lecco, il seminario “Materie prime: l’emergenza continua. Prospettive per l’economia lecchese”, promosso dalla Camera di Lecco con le Associazioni che hanno dato vita all’Osservatorio Materie Prime lecchese - API, Confartigianato Imprese e Confindustria Lecco – e la collaborazione dell’Azienda Speciale Lariodesk.
Un seminario interessante e approfondito che ha visto alternarsi al microfono esponenti ed esperti del mondo della siderurgia che hanno esaminato lo scenario italiano e internazionale da diverse prospettive. Ricordiamo che solo nel Lecchese il settore metalmeccanico caratterizza fortemente il tessuto produttivo, con oltre 1.700 imprese, pari al 7,2 % del totale (la media lombarda e nazionale è molto più bassa: rispettivamente 3,5% e 2,2%). Ai seguenti link trovate le slide degli interventi fatti da:
- Franco Audino, Responsabile del Centro Studi Federacciai, che ha illustrato le dinamiche in atto e le prospettive per il futuro;
- Achille Fornasini, Amministratore Delegato di Isfor 2000, che ha fornito un’ampia panoramica con analisi tecnico-statistiche;
- Rinaldo Baldi, Direttore Vendite e Marketing del Gruppo Lucchini/Severstal, il quale ha raccontato il punto di vista dei produttori di materie prime, ovvero le acciaierie.
Anche trafilatura.com/wiredrawing.net era presente al seminario. In dettagli di seguito, il nostro resoconto dell'incontro. Il primo intervento di Audino ha cercato di disegnare un ritratto della situazione a livello mondiale. In sintesi: gli equilibri globali post-crisi sono cambiati e si sono modificate le mappe della produzione di acciaio. È l'Asia che determina e determinerà l'andamento mondiale, e sono i detentori di minerale di ferro, in pratica un pugno di aziende, a fare il bello e il cattivo tempo nei prezzi. Così quello che prima era un elemento di stabilità per i produttori di acciaio si è trasformato in una fonte di grande volatilità. Per quanto riguarda l'Italia, dice Audino, c'è sì una ripresa, ma gli indicatori mostrano come in realtà si sia lontani dai livelli pre-crisi. E se si pensa che la domanda di acciaio nel nostro Paese è trainata per il 40-50% dal settore delle costruzioni, per il quale sono previsti ulteriori cali per la fine di quest'anno e il prossimo, si può facilmente evincere che il quadro non induce all'ottimismo.
L'intervento di Achille Fornasini inizia puntando il dito contro una scelta recente dell'economia americana: l'iniezione di 600 miliardi di dollari della FED per creare nuova moneta. Lo scenario prospettato è questo: il dollaro continuerà a deprezzarsi contro l'euro, anche a causa di questa sovrabbondanza di offerta. Lo yuan di conseguenza. Il risultato sarà una perdita di competitività ulteriore per l'industria europea. Per quanto riguarda i metalli, Fornasini sottolinea il paradosso a cui assistiamo: pur avendo scorte importanti, i prezzi salgono. Anche questa è “emergenza materie prime”, il fatto che l'andamento dei prezzi sia divenuto così scollegato dalle logiche del mercato “normali”. Sono la finanza, e la speculazione, che ne stanno prendendo il governo. Fornasini analizza uno per uno l'andamento dei prezzi del minerale di ferro, delle billette, del rottame, dei lunghi e dei piani.
Il minerale di ferro: il trend è ascendente, ma la spinta propulsiva si sta attenuando. Siamo all'avvio di una fase correttiva. Per le billette, quotate all'LME, l'andamento è simile, ossia siamo in una fase di crescita, ma moderata. Rottame in discesa, prossima a rallentare. Lunghi e piani in perdita decrescente, gli indicatori ciclici mostrano che non c'è molto spazio per scendere ancora. In generale, i grafici evidenziano come da dopo la crisi siano cambiati tutti i meccanismi di mercato a cui eravamo abituati, e come predominino oggi cicli di breve durata (3-5 mesi), contenuti anche in ampiezza. In questo scenario, diventa sempre più difficile fare previsioni attendibili.
Dà il cambio a Fornasini Rinaldo Baldi, Direttore Vendite e Marketing del Gruppo Lucchini/Severstal: “Prendiamo in esame maggio 2008 e maggio 2010, la produzione e il consumo di acciaio nel mondo. L'Asia è cresciuta del 15%. L'Europa segna -13%. Prendiamo in esame una visione prospettica a 10 anni, fatta dalla World Steel Association: il mercato mondiale dell’acciaio conoscerà una fase di crescita accentuata e rapida (+ 34%). La crescita però sarà tutta altrove, tutta fuori dall'Europa. Tra meno di dieci anni, l'economia europea e quella nordamericana peseranno assieme circa il 23% del consumo mondiale di acciaio, mentre ne rappresentavano il 35% nel 2008. In poche parole, bisogna rassegnarsi/reagire ad una marginalizzazione sempre più estrema delle nostre industrie.”
Per quanto riguarda l’andamento dei principali settori di utilizzo dell’acciaio in Europa ci si aspettano buone cose solo dalla meccanica: “Questo segmento, provenendo da una bolla, è precipitato nella crisi a fine 2008. Ma a partire dalla scorsa estate, spinto anche dalla propensione all’export delle aziende tedesche ed italiane, ha ben recuperato ed è atteso per il 2011 un forte recupero.”
Baldi trae poi le sue conclusioni: “Nel complesso il 2011 confermerà e migliorerà leggermente l’andamento economico dell’anno precedente, consentendo ai produttori d’acciaio europei di migliorare l’utilizzo delle loro capacità impiantistiche del 3%-5% rispetto all’anno in corso. Ancora assai difficile il contesto congiunturale per i prodotti (lunghi e piani) legati all’edilizia, migliori le prospettive per i prodotti (lunghi e piani) di qualità, soprattutto se destinati ad una clientela export oriented. In poche parole la dieta continua, con 25 grammi di pane in più al giorno.”
A seguire si è svolta la Tavola rotonda dal titolo: “Quale futuro per il metalmeccanico? Produttori e utilizzatori si confrontano”, moderata dal giornalista de “Il Sole 24 Ore” Roberto Capezzuoli, alla quale hanno partecipato lo stesso Rinaldo Baldi del gruppo Lucchini/Severstal, Michele Ciocca - Presidente di Assofermet Acciai, e i rappresentanti di varie imprese lecchesi utilizzatrici di materie prime.
Anche in questa tavola rotonda si è messo in evidenza come si sia reso indispensabile, collettivamente e singolarmente, riorganizzarsi per affrontare le prospettive future. Inevitabilmente una scrematura ci sarà, perché in Europa ormai siamo alla sovraccapacità produttiva. Vincerà chi sarà in grado di ingegnarsi, di offrire un prodotto speciale, di particolare qualità. Think out of the box, dicono gli americani. Pensiamo fuori dalla scatola, insomma, prima che diventi troppo stretta. E secondo noi un modo per farlo è comunicare, internazionalizzare, raggiungere i centri nevralgici del sistema, soprattutto all'estero, anche attraverso le enormi potenzialità del web, e di un network internet internazionale come www.wiredrawing.net
Daniela Di Maggio
Redazione wiredrawing.net
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