Materie prime, stabilizzazioni in vista per i prezzi dei metalli
Periodo turbolento per i player della filiera meccanica. Sebbene ci troviamo in una fase di ripartenza economica globale, sono due i principali fattori che minacciano la ripresa: il costo delle materie prime e la loro reperibilità. Per descrivere lo scenario attuale e quello immediatamente prossimo per le materie prime, venerdì 23 luglio 2021 si è tenuto il webinar “Focus materie prime”, l’evento periodico dedicato alle imprese della filiera meccanica organizzato da ANIMA Confindustria.
Il Centro Studi di Confindustria Brescia ha condotto un’indagine sull’impatto dei rincari dei prezzi delle materie prime su un campione di 132 imprese in vari settori (alimentare, chimico-gomma-plastica, metalmeccanico, sistema moda e altro), i cui risultati sono stati presentati da Achille Fornasini, Professore di Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari presso l’Università di Brescia, tramite una serie di grafici. L’indagine ha confermato il feeling generale dell’industria nell’ultimo periodo, ovvero la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e/o semilavorati nonché l’aumento dei prezzi medi dei noli marittimi. Il margine industriale rischia così di essere compromesso, poiché non c’è la sicurezza di poter riversare a valle il rincaro. È interessante l’andamento del dollaro americano, in controtendenza diretta rispetto ai prezzi: ciò fa pensare, in prospettiva, a un progressivo indebolimento dell’euro. Anche altri costi sono aumentati nettamente, sebbene le tendenze attuali facciano pensare a un progressivo assestamento (e ad un eventuale calo): è il caso della componente energetica in funzione del petrolio, dei polimeri come polietilene e polipropilene, della gomma naturale, del macero per gli imballaggi. Stabilizzazioni generali anche per i metalli, sia ferrosi che non ferrosi, tranne ovviamente per lo stagno, in aumento del +117,4% con uno stock in calo del -64%; la crisi dei semiconduttori parrebbe quindi essere ancora ben lontana dal risolversi.
Anche Alberto Xodo, VP Sales presso il London Metal Exchange, ha illustrato un’analisi approfondita sull’andamento dei prezzi LME e S&P 500 (indicizzati al 2 gennaio 2020). La tendenza è analoga all’indagine di Confindustria, ossia una complessiva correzione dei prezzi dei metalli, fatta eccezione per lo stagno, in aumento dell’82%. Degna di nota anche la progressiva immissione di metalli nel mercato da parte dell’ente di pianificazione economica cinese SRB (State Reserve Bureau): il primo rilascio di rame, zinco e alluminio è avvenuto il 5 luglio, mentre il secondo è previsto per il 29 luglio. Si parla di volumi molto contenuti rispetto ai consumi giornalieri, tuttavia indicano l’attitudine del governo cinese a rallentare e, se possibile, invertire le tendenze delle commodities.
L’evento si è concluso con uno sguardo ai prezzi dei coil a caldo nell’Unione Europea: dopo aver toccato i massimi storici dal 2019 ad oggi, finalmente ci troviamo di fronte a un ridimensionamento, con un primo calo significativo dei prezzi avvenuto tra giugno e luglio 2021.
Verso la fine dell’anno ci si auspica di vedere un quadro generale più roseo ed un ulteriore ridimensionamento dei prezzi delle materie prime.
Crediti immagine: worldsteel / Shawn Koh