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Osservatorio materie prime

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Nickel/ Standard Chartered e Barclays disallineati su previsioni prezzi
di Gianclaudio Torlizzi

C´e´ poca concordanza tra Standard Chartered e la concorrente Barclays sulle previsioni future del mercato del nickel. Se infatti da un lato SC prefigura un mercato sostanzialmente in equilibrio per il quarto trimestre, Barclays prevede uno scenario ben piu´ rialzista. “I prezzi del nickel hanno trascorso gran parte degli ultimi mesi veleggiando all´interno del trading range compreso tra i 17 mila e i 24 mila dollari la tonnellata – spiega l´analista di Standard Chartered Dan Smith - dopo aver toccato i massimi degli ultimi 23 mesi a 27-590 dollari la tonnellata il 16 aprile scorso i prezzi sono fortemente ridimensionati del 37% in sole 7 settimane a 17-425 dollari la tonnellata lo scorso 7 giugno sulla scia delle preoccupazioni degli operatori di una nuova ondata recessiva sull´economia mondiale e di un default del debito greco. Da quel giorno pero´ i prezi sono tornati a intraprendere un trend rialzista sulla scorta dell´indebolimento del dollaro e del rafforzamento del settore azionario”. “Oggi – prosegue - si notano segnali positivi in previsione del fatto che la stagionale debolezza del settore dell´acciaio inox sia in procinto di terminare. Inoltre l´interesse sul metallo da parte dei fondi finanziari come asset class sta ritornando. Con queste premesse, ci attendiamo che il nickel ne beneficera´. Se pero´ da un lato una ripresa della domanda e il crescente interesse da parte degli investitori rappresentano elementi a supporto dei prezzi, l´offerta di nickel e´ destinata ad aumentare nella seconda meta´ dell’anno rispetto al prima semestre, mantenendo il mercato sufficientemente bilanciato con scorte elevate. Dunque, la nostra previsione e´ che il prezzo del nickel rimarra´ sostanzialmente all´interno del trading range con un prezzo medio di 21 dollari la tonnellata per il quarto trimestre dell´anno”.

Di diverso avviso e´ Barclays che evidenzia come ad aver contribuito a premere i prezzi al ribasso fosse giunta la notizia del 5 luglio scorso circa il raggiungimento dell´accordo per porre fine allo sciopero in vigore da 1 anno nella miniera Sudbury controllata da Vale con una capacita´ di 72 mila tonnellate per anno e del previsto simile accordo presso la miniera Voisey Bay da una capacita´ di 56 mila tonnellate all´anno. Tuttavia, ad aver controbilanciate tali forze ribassiste sul prezzo e´ giunto il calo del 28% delle scorte LME dall´inizio dell´anno a 47 mila tonnellate. “Fino a quando il suddetto trend delle scorte non si invertira´ sara´ difficile che i prezzi scendano al di sotto del 19 mila dollari la tonnellata” prevede la banca inglese.Naturalmente la spinta reale ai prezzi sara´ data dalla domanda che arrivera´ dai produttori di acciaio inossidabile. In questi ultimi giorni a infondere particolare fiducia sul mercato sono stati i commenti giunti da Acerinox il maggiore produttore mondiale di inox secondo cui la domanda nel quarto trimestre dell´anno dovrebbe assistere a una ripresa sulla spinta dei consumi a seguito della stagionale pausa estiva. Sempre Barclays spiega che “tali affermazioni rappresentano un forte supporto ai prezzi del nickel se si considera il fatto che nel terzo trimestre (periodo in cui si e´ assistito a un calo della domanda e dal miglioramento dell´offerta di nickel dalle miniere oltre alla riapertura del porto di Dudlinka da parte di Norilsk Nickel) non si sia assistito a un aumento delle scorte LME. Dunque se fondamentali tanto bilanciati sono espressione della piu´ debole attivita´ nel settore dell´inox e´ allora probabile che la prevista ripresa nel quarto trimestre possa spingere il mercato in deficit. Nel frattempo il mercato pare stia gia´ scontando una situazione di carenza dell´offerta: la curva forward presenta infatti una forte backwardation con il contratto a tre mesi che scambia a rispetto ai delel scadenze a 15 e 27 mesi. Di relativo impatto sui prezzi sara´ anche la decisione del governo cinese di ridurre la produzione di ghisa di nickel al fine di raggiungere l´obiettivo contenuto nel piano quinquennale 2006-2010 di ridurre i consumi energetici del 20%. Stando a Commerzbank, non fara´ altro che aumentare le importazioni di concentrato di nickel (sostituto piu´ costose della ghisa) ma non alterera´ l´equilibrio tra domanda e offerta. Gianclaudio Torlizzi
Dow Jones
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martedì 21 settembre 2010