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Uno sguardo alla Azovstal, l'acciaieria contesa da russi e ucraini

Uno sguardo alla Azovstal, l'acciaieria contesa da russi e ucraini

Uno sguardo alla Azovstal, l'acciaieria contesa da russi e ucraini

Il suo nome risuona nei telegiornali di tutto il mondo da giorni: è l'Azovstal, l'acciaieria di Mariupol in Ucraina che è divenuta fronte di guerra nel conflitto tra Russia e Ucraina.

Ma cosa si sa di quella fabbrica, in cui si sono arroccati migliaia di civili e militari ucraini resistenti?

La Azovstal Iron & Steel Works è – o forse meglio dire era - una delle maggiori aziende metallurgiche dell'Ucraina. Fa parte di Metinvest, gruppo siderurgico e minerario di proprietà dell'uomo più ricco dell'Ucraina, il magnate Rinat Akhmetov.

Secondo dati ufficiali, i suoi impianti di produzione le permettevano di produrre 5,7 milioni di tonnellate di ferro, 6,2 milioni di tonnellate di acciaio e 4,7 milioni di tonnellate di prodotti laminati finiti all'anno. Fondata proprio dai russi nel 1930, l'altoforno numero 1 ha iniziato a funzionare circa tre anni dopo. L'enorme impianto metallurgico incorpora quattro complessi: l'impianto per la produzione di coke, quello per la produzione del ferro, quello per la produzione di acciaio e gli impianti di laminazione.

La Azovstal è una città nella città - a causa della sua impressionante estensione di più di 10 km² – ma anche una città sotto la città: una sofisticata rete sotterranea di tunnel, bunker e sistemi di comunicazione vari si dirama nei livelli interrati dell'impianto, il che concorre a rendere la Azovstal un perfetto fortino per la resistenza ucraina. C'è una ricostruzione molto interessante del suo sottosuolo nell'immagine a questo link. Secondo alcune fonti, il sito è progettato per resistere anche ad attacchi nucleari.

Gli impianti sono fermi dall'inizio delle ostilità, il 24 febbraio scorso, con effetti a catena anche sui molti clienti stranieri del colosso ucraino.

Per dirne una, gli acciai della Azovstal sono stati impiegati per costruire il nuovo ponte di Genova; le bramme venivano usate come semiprodotto, secondo Repubblica, da Marcegaglia e Tecnosider in Italia, Laminoir des Landes in Francia, Dunaferr in Ungheria.

Dopo aver dichiarato che avrebbero iniziato l'assalto finale alla fabbrica, in risposta al rifiuto alla resa da parte degli ucraini, Putin ha infine annullato l'operazione il 21 aprile per “preservare la vita e la salute di soldati e ufficiali russi”, invitando coloro che non hanno ancora deposto le armi a farlo.

La Metinvest, che possiede anche un altro vastissimo complesso a Mariupol, quello di Illich, ha dichiarato da parte sua a Reuters che non opererà mai sotto l'occupazione russa.


Nell'immagine, lo stabilimento della Azovstal in una foto scattata nel 2014 da Chad Nagle, fonte Flickr.

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giovedì 21 aprile 2022
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